Alla scuola del servizio divino si impara a cercare Dio, ad abbracciare l’obbedienza ed a lasciarsi plasmare dalla Parola del Signore.

Il Papa Paolo VI, nella sua grande sensibilità verso l’ideale monastico, ricordava che “il monachesimo è una pianta che rifiorisce ad ogni primavera, una linfa che continuamente si rinnova”, per cui occorre essere “vigilanti nel crepuscolo della vita presente e profeti dell’aurora che sta dinanzi”. 

E’ un compito arduo quello che viene affidato ai monaci e alle monache che, seppure nella loro fragilità, anche oggi vivono secondo la Regola di S. Benedetto, ma confidiamo nella forza di Cristo che ama rivelarsi nella nostra debolezza.

Il mondo e la Chiesa hanno bisogno ai nostri giorni, come nel passato, di questa testimonianza. 

La vocazione monastica, che comporta separazione dal mondo e vita nascosta spesa nella preghiera, non significa isolamento dalla comunità ecclesiale. Ogni monaco e monaca, è presentissimo alla Chiesa e prende parte realmente alla sua vita.

La comunità benedettina, oggi come ieri, ha il compito di diffondere il buon profumo di Cristo che vivifica e ricrea il mondo.